Riconfermarsi è sempre molto più complicato che vincere per la prima volta. Perciò aver riguadagnato la finale europea, a distanza di quattro anni dal trionfo di Pescara, è già un grandissimo traguardo per la Nazionale femminile sorde che domani si giocherà l’oro contro l’Ucraina “Ma attenzione, perché le ucraine non sono le stesse che abbiamo battuto in occasione dei due bronzi conquistati anni fa – avverte il Dt Beatrice Terenzi -: il roster è stato ringiovanito e anche lo staff tecnico è cambiato”.
In semifinale Cascio e compagne hanno piegato la resistenza della Lituania dopo un corpo a corpo estenuante, terminato 66-55. Ma a 2’ dal gong la gara era ancora apertissima, con le azzurre avanti 55-52. Se c’è un merito delle ragazze di coach Braida e Franzese in questa sfida, è stato quello di non farsi mai superare, mantenendo – pur a fatica – l’inerzia del match. Più volte le lituane sono arrivate a -1 ma ogni volta l’Italia ha trovato la zampata per ricacciarle indietro. I graffi che hanno fatto più male alle avversarie sono arrivati da Sorrentino, una tigre capace di giocate di classe anche sotto pressione (20 punti con 8/9 dal campo), poi ecco la tripla ‘ignorante’ di Giulia Sautariello che a un minuto dalla fine ha mandato in onda i titoli di coda (60-52). Ma in precedenza, quando la palla non voleva saperne di entrare, a tenere a galla le azzurre è salita alla ribalta un’inedita Valentina Todeschini con 8 punti (3/4 al tiro e 2/2 dalla lunetta) e quindi la ‘tigna’ di Noemi Viana che a rimbalzo (6 conquistati in soli 21’) ha dato alla squadra quella solidità che le era mancata sin lì, risultando nella ripresa la chiave di svolta della partita. L’onore delle armi alle lituane, una squadra che ha mani buone e carattere e non si è mai arresa fino alle stoccate conclusive, rendendo orgogliosa la Dt Beatrice Terenzi per la conquista di questa finale: “Ora però non ci accontentiamo e proveremo ad andare fino in fondo anche perché sarebbe un fatto storico e a noi piace entrare negli annali per cambiarli, come abbiamo fatto finora – ricorda il direttore tecnico azzurro -. Ringrazio il capitano Simona Cascio, con noi dall’inizio, dal quel lontano 2011 quando tutto è cominciato. Ma in questo momento non posso dimenticare anche chi, insieme alla Fssi, ci ha permesso di essere qui: dalla famiglia Ranocchi, alla Bcc e Fondazione Severi. Mi fa piacere per lo staff, nel quale è tornata la fisioterapista Monica Montanucci dopo l’esperienza delle Deaflympics del 2017. E naturalmente grazie allo staff, che sta facendo un gran lavoro: Sara Braida e Giovanna Franzese sono alla terza medaglia. Domani scopriremo di che metallo sarà”.
Tanto rammarico, invece, per la Nazionale maschile: i ragazzi di Tumidei sono stati travolti ai quarti dalla Polonia (108-65): con questo ko sfuma il sogno della qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo. Il 5° posto, però, potrebbe essere utile per un possibile ripescaggio, quindi ora non bisogna mollare.
L’ufficio stampa
Elisabetta Ferri