E’ stata la prima italiana a vincere una medaglia olimpica nello snowboard. A Santa Caterina Valfurva c’è stata la gradita visita di Marlene Tutzer, la prima donna italiana a vincere una medaglia alle Winter Deaflympics nello snowboard.
Adesso ha 41 anni e lavora come grafica. Non scia più, ma è venuta a seguire con grande piacere la 19esima edizione delle Olimpiadi invernali dei sordi.
Seguendo le gare mi è tornata la voglia di rimettere gli sci ai piedi>, dice. Nativa di Merano, da giovane gareggiava per il club di Bolzano. Ha iniziato con gli sci, poi si è innamorata dello snowboard in tempi in cui erano pochi a scendere con la tavola, figuriamoci una donna. Marlene, però, occhi azzurri come il cielo e sorriso dolce aveva la dinamite in corpo. E si buttò in quest’avventura cominciando a vincere, grazie alla sua tenacia e al suo talento. Alla sua prima Deaflympics, a Davos (Svizzera) nel ‘99 sbaraglia il campo: vince due ori, nel parallelo e nello slalom. Ma non si ferma. Dopo quattro anni ci riprova, nel 2003 in Svezia, a Sundsvall, conquista un oro e un argento. Partecipa poi anche alle Olimpiadi in Usa, nel 2007, a Salt Lake City, dove però non riesce a salire sul podio, chiudendo con un quarto e quinto posto.
Fino a 30 anni ho praticato sport – racconta la Tutzer -, ora ho smesso, ma continuo a seguirlo. Anche perché suo marito, Andrea Sandrini, è l’allenatore della nazionale tedesca di sci sordi.
Essere stata la prima donna italiana a vincere una medaglia alle Winter Deaflympics per me è un grande motivo di orgoglio, è stato molto bello, è un risultato che conservo nel mio cuore per sempre>.
Quest’anno a Santa Caterina un’altra donna ha vinto una medaglia nello snowboard: Erica Dugnani, bronzo nel cross.
Le auguro di continuare così e portare alto il nome dei sordi nello sport.